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La legge elettorale al centro di un ordinamento rappresentativo. Firmiamo per restituire la scelta agli elettori

Sono da sempre convinto che al centro del buon funzionamento di un ordinamento democratico sia la legge elettorale la quale seleziona in qualche modo la classe dirigente parlamentare. Sappiamo che i partiti politici sono gelosi di un sistema, quello attuale, che praticamente mette in mano alle Segreterie la scelta dei candidati e la loro elezione.

Infatti, sappiamo bene che un candidato viene eletto non per il consenso che riceve direttamente dall’elettore ma per essere collocato in una posizione all’interno della lista che ne fa un eletto in relazione al numero dei seggi attribuito alla lista. In sostanza, mentre un tempo il voto di preferenza consentiva all’ultimo della lista di essere eletto questo non è più possibile in un sistema nel quale i candidati sono indicati dal partito in un ordine che è quello che si propone agli elettori.

Questo sistema elettorale allontana il cittadino dalle urne in quanto l’elettore si sente escluso da una scelta che, invece, dovrebbe essere fisiologica nel sistema elettorale e sa che sarà eletto chi neanche conosce.

Abbiamo visto nella recente elezione inglese per il rinnovo della Camera dei Comuni come un soggetto escluso dal partito, l’ex segretario laburista Jeremy Corbyn, essendosi presentato nel suo tradizionale collegio da , senza l’appoggio del partito, è stato eletto. Anzi ha avuto un numero di voti superiore a quello che aveva raccolto in precedenza. Questo conferma che in quel sistema il rapporto fra eletto ed elettore è strettissimo. L’elettore conosce il suo candidato, è in grado di percepire e apprezzare le sue proposte e lo vota se le condivide.

È un sistema elettorale basato su collegi uninominali (un eletto per ogni collegio).

Ne consegue che il parlamentare forte del consenso è in condizione di manifestare le sue idee senza interferenze, neppure del suo partito o del governo, se appartenente alla maggioranza. È la ragione della stabilità dei governi inglesi e della governabilità del sistema che in Italia si ricorrono con altri sistemi, essenzialmente limitando i poteri delle Camere composte di “nominati”, che non sfuggono alle indicazioni del partito di appartenenza.

Al riguardo è certamente interessante quel che scrive nel volume “Principi di Diritto Costituzionale” (G. Barbera editore, Firenze, 1889, 94) Vittorio Emanuele Orlando, il grande giurista liberale, fondatore della scuola italiana del diritto pubblico, parlamentare, ministro e Presidente del Consiglio “della Vittoria”, al cui pensiero si ispira il Centro Studi.

Venendo a scrivere del sistema elettorale vigente in Italia in quegli anni, che aveva sperimentato i collegi uninominali per poi passare al voto di lista Orlando svolge considerazioni estremamente interessanti ed attuali nel dibattito politico scientifico anche in relazione alle proposte di referendum che di seguito saranno indicate.

Scrive Orlando. “La soluzione più ovvia sarebbe quindi nel senso del collegio uninominale. E, infatti, i sostenitori dello scrutinio di lista sono mossi da fini politici apertamente confessati, e che si possono ridurre a questi due principalissimi: attenuare i rapporti troppo stretti fra l’eletto e l’elettore, e dare un’influenza maggiore ai partiti politici che con la loro organizzazione possono meglio prevalere in un territorio più esteso. Che con lo scrutinio di lista questi fini siano raggiunti, può in generale ammettersi, ma può dubitarsi che sì l’uno che l’altro costituiscano davvero un vantaggio, o se non si ha invece preferibile mantenere saldi i rapporti fra il corpo elettorale eletto, e infrenare, anzi che incoraggiare, l’influenza del partito. La passata legge elettorale italiana era fondata sullo scrutinio uninominale, né pareva che da questo lato avesse dato cattivi frutti. Contrariamente all’opinione quasi unanime della scienza, la nuova legge introdusse lo scrutinio di lista: ma non pare davvero che esso abbia portato quei benefici effetti che se ne speravano”.

Poche parole scandiscono il pensiero del grande giurista e parlamentare di lungo corso, “homo parlamentaris”, si qualificava in Assemblea Costituente, Senatore di diritto al quale Pietro Calamandrei aveva sollecitato di scrivere di come concepisse il ruolo delle Camere elettive.

Salvatore Sfrecola

Tanto premesso il Centro Studi condivide la impostazione del “Comitato per il referendum per la legge elettorale” presieduto da Elisabetta Trenta, ed invita a votare peri 4 referendum, tutti sul “Rosatellum”, per correggerne i “marchingeni” di cui ha parlato Mattarella, che alla fine determinano la perdita di rappresentatività del Parlamento:

– il voto congiunto tra plurinominale e uninominale

– le soglie di sbarramento

– l’esenzione dalla raccolta firme per i partiti che sono già in Parlamento e

– le pluricandidature.

La firma on line aiuta molto anche se firmato ogni referendum bisogna tornare indietro e aprire il successivo, ma è abbastanza intuitivo.

1️⃣ Apri il link https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/ e accedi con lo SPID, la CIE o la CNS.

2️⃣ Seleziona queste iniziative dall’elenco:

        ✏ “ABROGAZIONE DEL VOTO CONGIUNTO TRA CANDIDATI E LISTE PLURINOMINALI” (il numero dell’iniziativa è 500004) https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500004

        ✏ “ABOLIZIONE PLURICANDIDATURE: OGNI CANDIDATO IN UN SOLO COLLEGIO UNINOMINALE E/O PLURINOMINALE” (il numero dell’iniziativa è 500008) https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500008

        ✏ TUTTI I PARTITI, ANCHE QUELLI IN PARLAMENTO, DEVONO RACCOGLIERE LE FIRME PER LE CANDIDATURE (il numero dell’iniziativa è 500006) https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500006

        ✏ NIENTE SOGLIE DI ACCESSO PER LISTE AUTONOME E COALIZIONI (il numero dell’iniziativa è 500005) https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500005 

        ✏ LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE «Modifiche al testo unico di cui al D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al d.lgs. 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione della camera dei deputati e del senato della repubblica.» (il numero dell’iniziativa è 500013) https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500013

3️⃣ Premi su sostieni iniziativa, clicca su continua e nuovamente su sostieni iniziativa.

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